Jack Herer: l'imperatore della cannabis

Storia ed eredità del più famoso attivista pro-canapa 

25 Maggio 2023


Se sei un appassionato di cannabis di vecchia data probabilmente conoscerai la varietà sativa Jack Herer, i suoi sapori citrici e gli effetti cerebrali che offre. Tuttavia, non tutti sanno che questa varietà prende il nome da un grande uomo. Scopri insieme a noi di loveweed.eu i successi di questo emblematico personaggio, il suo grande contributo alla cultura cannabica e ciò che oggi rappresenta. Jack Herer è stata una delle figure più emblematiche del moderno movimento pro-cannabis. Questo articolo è un omaggio che ripercorre la vita di quest’uomo e il suo contributo all’industria della cannabis.

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Di chi stiamo parlando

Jack Herer è stato descritto come un “combattente in prima linea per la libertà della cannabis”. Dopotutto, è diventato famoso per il suo fervido attivismo per la depenalizzazione e la legalizzazione della marijuana. Herer ha anche lottato per diffondere l’uso della canapa a scopi industriali. 


Nato a Buffalo, New York, nel 1939 da una famiglia ebrea conservatrice, Jack mostrò di essere fin dalla giovane età una persona diligente e rigorosa. A 17 anni si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti e da adolescente fu un ardente sostenitore della guerra del Vietnam: in qualità di repubblicano, Herer iniziò ad esprimere la sua forte disapprovazione verso chi manifestava contro la guerra negli anni ’60, nonché verso il nascente movimento hippie. A 20 anni compiuti, Herer era già sposato con figli. A quel tempo, nemmeno Jack era favorevole alla cannabis. 


A trent’anni Jack divorziò, ma non tardò molto a trovare un nuovo amore. Questa nuova donna cambiò per sempre la sua vita: in una delle tante serate trascorse insieme, la donna fece provare a Jack della marijuana. Egli rimase incantato da quest'erba magica ed iniziò a vedere il mondo con una prospettiva completamente nuova. Da lì in poi, anche la sua visione della guerra e del movimento hippie cambiò radicalmente a causa di quell’esperienza. 


Fu allora che Jack decise di ricavare qualcosa dalla sua nuova passione per la cannabis. Nel 1973, divenne co-autore di un fumetto intitolato “Grass: Great Revolutionary American Standard System”, insieme al suo amico Al Emmanuel. I due arrivarono a definire il fumetto “la guida ufficiale per valutare la qualità della marijuana”. Il libro ottenne una lunga schiera di seguaci ed arrivò a vendere circa 30.000 copie sottobanco. Divenne il punto di svolta per la carriera di Herer, poiché lo trasformò in una figura rispettata nel regno della cannabis.


Nasce un “imperatore”

Man mano che la sua fama di superstar della cannabis cresceva ulteriormente, Herer continuò a lavorare attivamente in questo mondo per migliorarlo. E se da una parte iniziò a lottare contro la propaganda anti-marijuana, dall’altra la canapa rimase la sua principale passione.


Cercò di collaborare con altri attivisti dell’Organizzazione Nazionale per la Riforma delle Leggi sulla Marijuana (NORML), ma senza successo. I suoi membri erano più interessati a spingere per l'approvazione delle riforme sulla cannabis e non mostravano la stessa passione per la canapa. Alla fine, Herer trovò un degno alleato: Ed Adair, soprannominato “Captain Ed”. Riformista pro-cannabis e proprietario di un headshop a Los Angeles, Adair lavorò con Herer assumendosi l’impegno di difendere la pianta di marijuana. Il duo iniziò a raccogliere un ampio sostegno attraverso migliaia di firme in un breve lasso di tempo. Sia Herer che Adair consideravano le incarcerazioni legate alla cannabis come una grande ingiustizia che bisognava combattere a viso aperto. Nel 1979, i due aprirono il primo negozio di canapa negli Stati Uniti, situato sul lungomare di Venice Beach, in California. Herer vedeva la canapa come una preziosa forza vitale che poteva essere usata come uno degli ingredienti principali nella produzione di risorse essenziali per l’uomo quali vestiti, carta e persino carburante non contaminante. Per lui, era la risposta ai maggiori problemi del mondo, come la deforestazione, il riscaldamento globale e l’inquinamento.


Il suo più grande successo

Negli anni ’80, il governo americano intensificò la sua repressione verso la cannabis. Le sue politiche di tolleranza zero contro questa pianta erano ai massimi storici. Essendo all’epoca uno dei principali esponenti del movimento pro-marijuana, Herer divenne un facile obiettivo delle forze dell’ordine. Nel 1981, fu arrestato in California per violazione di proprietà federale. A quel tempo, stava raccogliendo firme per un’iniziativa elettorale in California. Dopo aver rifiutato di pagare una multa di 5 dollari, Herer fu condannato a 14 giorni in una prigione federale nel 1983. 


Fu durante questo periodo che scrisse il suo libro best-seller “The Emperor Wears No Clothes”, che fu poi pubblicato due anni dopo. Classificato al primo posto come uno dei più grandi best-seller a tema cannabico di tutti tempi, il libro riecheggia le principali ideologie di Herer su canapa e cannabis. Secondo Jack, la prima era una risorsa vitale rinnovabile che, inevitabilmente, rendeva la seconda altrettanto essenziale. Il libro tocca anche molti degli argomenti più discussi sulla cannabis, come il modo in cui viene spesso considerata erroneamente una “sostanza stupefacente di passaggio” verso le droghe pesanti. Come era solito dire Herer, “la vera porta d’accesso alle droghe pesanti è il proibizionismo”.


Dopo il suo rilascio dalla prigione, Herer si trasferì a Portland, Oregon. Nel 1987 aprì un altro headshop chiamato “The Third Eye”: situato nel quartiere Hawthorne della città, divenne una meta piuttosto ambita dagli amanti della cannabis. In questo periodo, Herer iniziò anche a mostrare aspirazioni politiche. Si candidò alla presidenza ben due volte, nel 1988 e nel 1992, sotto l’ormai defunto partito Grassroots Party.


Gli ultimi anni                                                                                                      

Nel corso degli anni, Herer continuò con il suo attivismo pro-cannabis. Nel 1990, si trovò ad affrontare una delle settimane più impegnative della sua vita, con un totale di 60 raduni in 48 città diverse.


Herer si sposò altre tre volte. La sua ultima moglie, Jeannie Hawkins, che sposò nel 2000, rimase sempre al suo fianco nella sua incessante difesa alla causa. Ma quella vita frenetica in costante viaggio mise anche a dura prova la sua salute fisica. Nel 2000, Herer ebbe un infarto ed un ictus durante un festival della canapa vicino alla città di Eugene, in Oregon. Ma Herer non era il tipo di persona che si arrendeva facilmente: dopo aver attraversato un estenuante processo di recupero, riuscì a rialzarsi in piedi. Egli attribuì il suo recupero all’uso quotidiano di olio di cannabis altamente concentrato e all’uso regolare di funghi psicoattivi.


Purtroppo, Herer subì un altro attacco di cuore nel settembre 2009 all’Hempstalk Festival di Portland. Questa volta fu colpito più duramente e non riuscì più a riprendere la capacità di comunicare correttamente. Il 15 aprile del 2010, Jack Herer, uno dei più celebri eroi dell’attivismo pro-cannabis, morì per le complicazioni del suo attacco di cuore. Aveva 70 anni.


La sua eredità                                                                                                      

Possiamo dire con assoluta certezza che Jack Herer ci ha lasciato una ricca eredità. Sebbene abbia compiuto molte imprese che hanno rivoluzionato il mondo della cannabis, il suo lavoro non era certo privo di controversie, nemici e battute d’arresto: proprio come oggi.


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