La cannabis nel corso della storia

Coltivazione ed utilizzo dalle origini all’era contemporanea 

7 Giugno 2023


La storia della cannabis è in stretta relazione con quella dell’essere umano: sin dall’antichità è stata coltivata ed utilizzata, tanto da diventare tratto distintivo di riti, cerimonie ed usanze per alcune popolazioni e culture. Nel corso dei secoli, la pianta e i suoi derivati sono stati al centro di numerose scoperte e innovazioni.

Ripercorriamo insieme il fantastico viaggio della cannabis dall’antichità ai giorni nostri. Questo articolo è sponsorizzato da loveweed.eu, l'e-commerce numero uno in Europa per fare scorta di infiorescenze CBD a prezzi bassi. Leggiamolo dunque insieme.



Nell’antichità                                                                                                 

La storia della cannabis ha radici antichissime. Secondo diversi studi la sua coltivazione risale ad oltre 10 mila anni fa, come dimostra il ritrovamento di alcuni semi fossilizzati in una grotta in Romania. Secondo gli studiosi, l’origine della pianta risale alle prime società umane agricole dell’Asia Centrale, luogo in cui cresceva spontaneamente e da cui probabilmente si è diffusa, prima verso la Cina, poi verso Africa, Europa e America. Il termine cannabis si ritiene abbia origine in Asia Minore: i primi riscontri si hanno nell’Antico Testamento con il termine kanna-bosm, che in aramaico significa “canna fragrante”. I ritrovamenti più antichi, che dimostrano l’uso della cannabis da parte dell’uomo, sono stati portati alla luce nell’isola di Taiwan, al largo delle coste cinesi, dove gli archeologi hanno scoperto un antico villaggio risalente a circa 10 mila anni fa. Tra i resti della città vi erano anche alcuni cocci di ceramica decorati con la corda intrecciata e bagnata nell’argilla fresca. Erano inoltre presenti anche degli strumenti allungati, simili a quelli usati per steccare le fibre di cannabis dai loro steli. Antichi manoscritti cinesi accennano alle piantagioni e alla sua filatura, usata per creare corde e vestiti. Il primo uso della cannabis in medicina risalirebbe all’imperatore cinese Shen Nung, che nel 2737 a.C. avrebbe scritto un trattato di farmacologia (in cui viene fatto riferimento anche al Ma, la parola cinese che indica la cannabis) su casi di disordini femminili, malaria e stipsi trattati con la cannabis. Intorno al 2000 a.C. anche gli antichi egizi avrebbero iniziato ad usare la pianta come medicinale, soprattutto per curare gli occhi irritati. 


Nello stesso periodo gli ariani, antico popolo nomade, penetrarono nel subcontinente indiano. Proprio loro avrebbero portato in India le proprietà della cannabis. Nei Veda, i testi sacri dell’Induismo, viene citata una sostanza nelle cerimonie religiose utilizzata per liberare dall’ansia. Gli effetti descritti fanno pensare che si tratti proprio della cannabis. Secondo gli studiosi, a portare la cannabis nel Nord Europa sarebbero stati gli sciiti, nomadi iraniani, di cui lo storico greo Erodoto scrisse nelle sue storie. Anche Marco Polo parlò nelle sue opere della coltivazione della cannabis e diverse testimonianze fanno pensare che la sostanza, diffusasi con le migrazioni delle tribù nomadi dall’Asia Centrale all’Europa, fosse usata sia come fibra che dal punto di vista ricreativo. La cannabis viene citata anche nel trattato del medico di Nerone (70 d.C.) e nel documento di Galeno (II secolo) come rimedio contro l’aria nello stomaco, il mal d’orecchi e altri dolori.


Dal Medioevo in poi                                                                               

Nel Medioevo continua la coltivazione e la diffusione della cannabis, soprattutto grazie alla grande richiesta di corde, fondamentali per le flotte navali europee (veneziana, olandese, inglese). In questa epoca si riscontrano utilizzi di fibre di canapa anche al di là dell’industria navale: per esempio, la Bibbia di Gutenberg del 1453 fu realizzata in carta di canapa. Nel 1200, Papa Giovanni XXI inserì la cannabis all’interno di un suo trattato di medicina, indicandola come rimedio contro l’otite. Ma la crescita del potere ecclesiastico legato al Cristianesimo riuscì a cancellare diversi riti e culti, tra cui anche l’uso della cannabis, vietata in diverse parti d’Europa durante il Sacro Romano Impero. Le imposizioni di Papa Innocenzo VIII, che nel 1484 vietò di usarla per ricavarne medicine, non riuscirono tuttavia a impedirne la diffusione nel Nord Europa.

A riportare la cannabis al centro della storia fu Napoleone Bonaparte, che nel 1798 invase l’Egitto per indebolire la Gran Bretagna. Lì, i soldati francesi riscoprirono la cannabis e l’imperatore emanò un decreto per vietarne il consumo. Ma la sostanza tuttavia venne riportata in Europa e si diffuse ben presto per i suoi effetti psicoattivi, soprattutto tra gli scrittori francesi.


In seguito, grazie al medio irandese William Brooke O’Shaughnessy, in Occidente si diffuse l’uso terapeutico della cannabis. Egli trascorse in India molti anni, duranti i quali studiò le applicazioni mediche della pianta e pubblicò i primi articoli. Nel 1839 scrisse una relazione in cui sottolineò usi e benefici della sostanza, testimoniati dai successi osservati nel trattamento di reumatismi, epilessia e tetano. Quando tornò in Inghilterra, nel 1841, portò con sé la cannabis introducendola nella medicina occidentale e consigliandola a medici e farmacisti. Ben presto, anche negli Stati Uniti la cannabis si diffuse per la cura di diverse malattie.


L’era moderna                                                                                               

Con la prima rivoluzione industriale, l’avvento della meccanizzazione agricola, dei concimi chimici e del cotone proveniente dalle colonie, resero la coltivazione della cannabis meno conveniente. In ambito medico, i medicinali sintetici si sostituirono efficacemente ai medicinali naturali, compresi i cannabinoidi. All’inizio del Novecento le macchine sgranatrici brevettate per i raccolti di cotone mal si adattavano alla resistenza delle fibre della pianta di canapa; e le nuove industrie della carta riuscivano a trarre maggior profitto dalla cellulosa degli alberi. Tuttavia, va sottolineato come nel 1937 uscì il modello di automobile Ford Hemp Car, un prototipo di veicolo costruito con plastica ricavata da soia e canapa, e nel 1942 un documentario del governo americano incoraggiava i cittadini americani a coltivare cannabis.


Per quanto riguarda gli utilizzi della pianta per scopi ricreativi, va ricordato come la molecola di THC (il principio attivo psicotropo) sia stata sintetizzata nel 1964, dopo essere stata scoperta negli anni Quaranta, ad opera del ricercatore israeliano Raphael Mechoulam, divenuto poi “il padre della cannabis”.



Conclusioni                                                                                                           

Dai vestiti alle corde, fino ai trattamenti del dolore: la cannabis nel corso della storia ha svolto numerosi compiti, adempiendo agli usi più disparati tra cui quello terapeutico. Le testimonianze antiche dimostrano che questa pianta, che oggi sta tornando al centro del commercio e del dibattito scientifico, era già conosciuta e utilizzata migliaia di anni fa in tutte le popolazioni della terra.

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