L’evoluzione di uno dei tre pilastri della cannabis moderna

20 Giugno 2023

Quando pensiamo alle genetiche di cannabis più celebri vengono subito in mente alcuni nomi, tra cui quello di cui parleremo tra poco. “Skunk” è il nome dato alla prima versione ibridata ai fini commerciali di questa genetica di cannabis. Essa ha fatto nascere un movimento incentrato sull’ibridazione: a tal proposito, ai giorni nostri, rappresenta un gruppo più ampio di varietà, ma si riferisce comunque a genetiche che provengono da quel lignaggio.

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Da dove proviene 

Durante gli anni ‘70, negli Stati Uniti quasi tutta la cannabis era importata. La stragrande maggioranza proveniva dal sud del confine, ovvero Messico e Colombia principalmente. Poiché all’epoca tutta la cannabis veniva coltivata partendo da seme, i primi esperimenti di coltivazione domestica negli USA furono avviati con quelli che oggi chiamiamo “semi da bustina”, ovvero quei semi che troviamo tra le cime d’erba. Tutto si muoveva intorno alla sperimentazione: durante questo periodo i coltivatori scoprirono la “sinsemilla” o marijuana senza semi. Nel 1976 il libro di Jim Richardson e Arik Woods “Sinsemilla Marijuana Flowers” riscosse un grande successo tra i consumatori di cannabis e servì come guida per i coltivatori statunitensi. 

Fu durante questo decennio che un collettivo di coltivatori californiani noto come Sacrad Seeds, capitanato da David Watson (soprannominato “Sam the Skunkman” ovvero “la puzzola”), creò il primo prototipo di Skunk #1 incrociando una Acapulco Gold ed una Colombian Gold con una piccola e robusta autoctona afghana dalla fioritura accelerata. La Skunk divenne poi famosa dal 1983 in poi, quando Sam si trasferì ad Amsterdam (Olanda) per fuggire dall’inasprimento delle pene imposte dalla DEA statunitense, creando altri numerosi ibridi. Un pacco di semi esportati da Sam fu acquistato da Nevil Schoenmakers della Sensi Seeds Bank, che la lanciò definitivamente sul mercato fino alla fama mondiale odierna.

Dal nome alle caratteristiche

La varietà Skunk è fortemente profumata, con un aroma pungente e terroso, e deve il suo nome ad un animale. Alcuni consumatori di cannabis descrivono l’odore dei terpeni della Skunk come simile a quello del liquido spruzzato dal posteriore della puzzola (tra l’altro, il soprannome del creatore della genetica). Il nome quindi dà una chiara idea di quanto sia forte e penetrante l’aroma della Skunk. Il termine a cui si riferiscono oggi i mass media e la Skunk a cui si riferisce la comunità cannabica sono però due cose completamente diverse. Skunk per i media è un termine generico usato per indicare qualsiasi varietà di cannabis potente e ricca di THC, al fine di demonizzare l’uso della cannabis. Invece, all’interno della comunità cannabica, Skunk si riferisce specificatamente alle varietà di cannabis che discendono dalla Skunk #1.

Vediamo ora le caratteristiche di questa genetica. La Skunk tende maggiormente verso il lato sativa, producendo effetti stimolanti e sapori decisi. Lo sballo è degno del suo lignaggio sativo, ma viene temperato dall’influenza indica più rilassante. La Skunk ha il tipico aspetto di una varietà di marijuana classica (probabilmente perché lo è): verde scuro, una buona copertura di pistilli rosso-arancioni e foglie larghe e scure. Si può quasi percepire l’odore e le sensazioni che offrirà al momento di fumarla. Per quanto riguarda la crescita, spicca subito la sua genetica indica: restando piuttosto piccola e crescendo a ritmo accelerato, presenta rese affidabili e generose a livello di produzione di tricomi.

Le 3 migliori varietà 

Fin dalla sua creazione, la Skunk ha dato origine a centinaia di varietà uniche generando importanti cambiamenti nell’industria della cannabis. Il successo delle sue varietà ibride ha contribuito a dare una forte spinta al movimento cannabico, incoraggiando sempre più coltivatori a sperimentare e ibridare nuove varietà mai viste fino a quel momento.

1. Classic Skunk: questa varietà di cannabis non si discosta affatto dalla genetica Skunk #1. Questa è la varietà per i puristi e gli storici. Può crescere fino a 150 cm e, se coltivata correttamente, offre rese generose fino a 500 g/m² di cime al 17% di THC. Presenta un periodo di fioritura di solo 7-8 settimane.

2. Amnesia Skunk: è un ibrido della Haze. Questo significa che ha ereditato parte degli effetti dalle varietà di cannabis Haze. Tuttavia, nel complesso, tende maggiormente verso il lato Skunk. Crescendo indoor fino ad appena 85 cm, è una pianta compatta da inserire in un piccolo spazio di coltivazione. Outdoor diventa poco più grande, raggiungendo tra i 120 e i 150 cm. Rispettivamente, si otterranno circa 350 g/m² di cime al 17% di THC. Una volta entrata in fase di fioritura, basteranno circa 10 settimane per raccoglierla.

3. Skunk XL: varietà particolarmente indicata per gli amanti della Skunk che non si accontentano mai. Con una resa fino a 650 g/m² di cime al 15% di THC, nelle colture indoor presenta raccolti molto ricchi mentre in quelle outdoor i risultati migliorano ulteriormente. Con un periodo di fioritura breve di circa 8-9 settimane, è veloce e si adatta bene alle coltivazioni outdoor nei climi più settentrionali quali Regno Unito e Paesi Bassi.

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